Patologia Femoro Rotulea

Patologia Femoro Rotulea

Si tratta di un malfunzionamento dello scorrimento tra femore e pertanto interessa la zona anteriore del ginocchio e procura dolore intenso e difficoltà di movimento. 

Sono diverse le cause di questa patologia, fisiologiche e dinamiche, tra le quali:

  • valgismo delle ginocchia
  • asse di rotazione  femoro tibiale alterato
  • eccessivo stress dovuto ad attività sportiva
  • ipotono o ipertono trofia del quadricipite (vasto mediale o vasto laterale)
  • anatomia dei condili femorali e della rotula alterati


La sindrome si esplicita con dolore localizzato (fitte e scrosci articolari), cedimenti dovuti al dolore e difficoltà a flettere il ginocchio. È importante una diagnosi tempestiva e una terapia mirata per evitare danni collaterali. Una radiografia o una risonanza magnetica o TAC possono evidenziare la problematica con sicurezza.

In base alla storia clinica del paziente si distinguerà poi una problematica di:

  • dolore femoro rotuleo
  • instabilità femoro rotulea 

Dolore Femoro Rotuleo

La gonalgia anteriore è un problema che riguarda spesso giovani donne. Le moderne teorie fisiopatologiche sull’ insorgenza di questo tipo di problema chiamano in causa una sorta di meccanismo di “accensione” di un segnale doloroso sulla base di un’alterazione anatomica pre esistente. Questo assunto si basa sul fatto che mentre è possibile riscontrare quadri di malallineamento dell’apparato estensore nelle ginocchia sintomatiche, non tutte le ginocchia affette da mal allineamento dell’apparato estensore diventano poi effettivamente sintomatiche.

Ogni paziente è quindi un caso a sé e proprio per questo è di fondamentale importanza giungere ad una diagnosi corretta, con tutti gli approfondimenti dovuti, per pianificare una terapia di efficacia certa. 

Oltre agli esami radiografici tradizionali il percorso diagnostico si avvale anche di:

  • RMN del ginocchio
  • TC del ginocchio secondo protocollo lionese


In particolare la TC con protocollo lionese permette di valutare parametri specifici di mal allineamento rotuleo quali:

  • Tilt rotuleo : inclinazione esterna della rotula
  • TA-GT : distanza tra tuberosità tibiale e solco trocleare, indice di lateralizzazione della rotula


Sulla base del calcolo numerico di questi parametri è possibile distinguere le condizioni potenzialmente chirurgiche da quelle da trattare conservativamente. Il trattamento del dolore femoro rotuleo è prevalentemente conservativo, si avvale di terapia riabilitativa specifica volta al lavoro posturale, al potenziamento muscolare e la cosiddetta “core stability”, a cui si possono associare terapie di supporto come kinesiotaping, terapie fisiche (laser / tecar terapia) o terapia infiltrativa.

Nel caso in cui il trattamento conservativo, ben eseguito, non dia risultato, si potrà prendere in considerazione l’alternativa chirurgica che prevede la correzione dei fattori di malallineamento con gesti chirurgici mirati.

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L'Instabilità Femoro Rotulea e Displasia Trocleare

L’instabilità rotulea o lussazione di rotula è causa del 2-3 % degli infortuni al ginocchio ed è la seconda causa di emartro. All’instabilità della rotula concorrono diversi fattori quali la geometria articolare, l’azione muscolare e l’azione dei tessuti molli.

Da un punto di vista pratico i fattori di rischio per lussazione della rotula sono:

  • Rotula alta
  • Rotula tiltata
  • Basculamento rotuleo
  • Diplasia trocleare


Sono fattori valutabili e quantificabili e la loro identificazione mediante esami specifici (RX, RMN, Tc lionese) permette di porre la corretta indicazione al trattamento.

Generalmente il primo episodio di instabilità viene trattato in maniera conservatica con tutori specifici e fisioterapia mirata; in caso di recidiva o cronicizzazione bisogna considerare l’ indicazione chirurgica andando a correggere tutti i fattori di instabilità secondo il cosiddetto Menu a La carte della scuola lionese.

Le tecniche utilizzate sono generalmente:

  • Ricostruzione del legamento patello femorale mediale (ricostruisce la “cintura di sicurezza” della rotula)
  • Trasposizione mediale della tuberosità tibale: medializza il tracking rotuleo
  • Abbassamento della tuberosità tibiale: corregge la rotula alta
  • Trocleoplastica: indicata nei casi di displasia trocleare severa (classificazione di Dejour), ha come scopo di ricreare il normale solco trocleare e la concavità della troclea in condizioni in cui questa risulta appiattita o addirittura convessa


Tutti questi gesti possono essere eseguiti isolatamente o in combinazione con l’obiettivo di correggere tutti i fattori di instabilità presenti. 

In caso di trattamento chirurgico si prevede generalmente un’ospedalizzazione di due notti; la dimissione avviene con tutore in estensione da portare per 4 settimane, è possibile un carico assiale a tolleranza. I primi giorni post operatori sono volti al controllo del dolore e dell’ edema, successivamente sarà possibile iniziare la fase riabilitativa. I controlli avvengono a 15 gg per la desutura, a 30 – 60 – 90 gg dall’ intervento per controlli radiografici e monitoraggio del percorso riabilitativo.

È generalmente possibile considerare concluso il percorso riabilitativo a 4 mesi dall’intervento.

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