Lesioni del Legamento Crociato Anteriore - LCA

Lesioni del Legamento Crociato Anteriore - LCA

Il legamento crociato anteriore (LCA) è formato da due fasci (anteromediale e postero laterale), resiste alla traslazione anteriore del ginocchio contribuendo in maniera determinante anche alla stabilità rotazionale anterolaterale.

I pazienti affetti da una lesione del LCA spesso riscontrano problemi durante lo svolgimento di attività che implichino la torsione del ginocchio (ad esempio: calcio, sci, basket) e spesso necessitano di un intervento che ristabilisca la stabilità del ginocchio.

Spesso ad una lesione del legamento crociato anteriore si possono associare anche lesioni meniscali che compromettono ulteriormente la stabilità del ginocchio, oltre ad essere una fonte di dolore aggiuntiva. L’instabiiltà cronica del ginocchio, associata a lesioni meniscali, può essere una causa di artrosi precoce del ginocchio.

Per questo motivo si tende a raccomandare la ricostruzione del LCA, in associazione anche alla riparazione o trattamento delle lesioni associate, nei pazienti giovani, attivi che svolgano attività sportiva o in tutti quei pazienti che lamentino un’importante instabilità non responsiva a trattamento riabilitativo.

Tipi di Lesione:

  • Lesione Parziale
  • Lesione Subtotale
  • Lesione completa


In base al tipo di lesione, in rapporto all’età, richieste funzionali del paziente e grado di instabilità, si può indicare un intervento ricostruttivo o un percorso riabilitativo.

Tecnica Chirurgica per le Lesioni del Legamento Crociato Anteriore - LCA

In letteratura sono descritte diverse tecniche di ricostruzione e di fissazione del legamento crociato anteriore. Sebbene il legamento anatomicamente sia formato da due fasci, l’indicazione a ricostruire LCA con una tecnica ad uno o due fasci separati rimane controversa; a dispetto di un’enfasi iniziale, diversi gruppi di ricerca hanno progressivamente limitato questa indicazione riscontrando scarse o nulle differenze tra le due tecniche, a fronte di una maggiore complessità della tecnica a doppio fascio. 

In linea generale la ricostruzione del legamento crociato anteriore prevede diverse fasi:

  • Una fase artroscopica iniziale: in cui si valuta in vivo la lesione del LCA ed eventuali lesioni meniscali o cartilaginee associate
  • Una fase di prelievo tendineo o “graft” che verrà opportunamente preparato per essere successivamente posizionato all’ interno del ginocchio:
    • Tendini della zampa d’oca: dalla parte interna del ginocchio da operare si prelevano i tendini dei muscoli Gracile e Semitendinoso che vengono imbastiti e ripiegati in modo da ottenere un innesto dal diametro di almeno 8 mm. Costituiscono una quota variabile dal 33 ale 53 % di tutti i tendini utilizzati, a seconda delle casistiche
    • Tendine rotuleo: utilizzato nel 23 % dei casi in media, il prelievo avviene a livello della parte centrale del tendine rotuleo, per tutta la sua lunghezza e per la larghezza di circa un centimetro. La tecnica prevede che il tendine venga prelevato assieme a due pasticche d’ osso (una dal versante rotuleo ed una dal versante tibiale) di circa 2 x 1 cm di dimensioni. Trova maggiore utilizzo in atleti ad elevata richiesta funzionale, particolari condizioni anatomiche o revisioni di pregresse ricostruzioni di LCA
    • Tendine quadricipitale: meno utilizzato, nelle casistiche si rileva un utlizzo tra il 2,5% e 11 %. Preso in considerazioni per chirurgia di revisione o lesioni multilegamentose
    • Tendini da cadavere: Come nel caso precedente, utilizzo più limitato, in particolari casi
  • Una fase di posizionamento e fresatura dei tunnel a livello tibiale e femorale: questa fase avviene identificando dei punti di riferimento a livello femorale e tibiale. 
  •  Successivo passaggio e fissazione del neo legamento: una volta verificata la posizione dei tunnel ed eseguita la fresatura degli stessi, il nuovo legamento viene fatto scorrere all’ interno di questi e bloccato nella posizione desiderata con diversi metodi che possono prevedere l’utilizzo di viti (sia metalliche che riassorbibili), di mezzi di fissazione in sospensione (endobutton) o cambre metalliche

Chirurgia di Revisione per le Lesioni del Legamento Crociato Anteriore - LCA

Anche se ricostruito, il neo-legamento non è indistruttibile. È quindi possibile che il paziente, per diversi motivi, anche a distanza dal primo intervento, possa andare incontro ad una recidiva di lesione con indicazione ad una nuova ricostruzione.

Sebbene dal punto di vista tecnico possono valere le precedenti considerazioni, nel caso di una chirurgia di revisione è necessario tenere presenti alcune problematiche aggiuntive legate al precedente intervento:

  • La posizione dei tunnel
  • Le dimensioni dei tunnel
  • La presenza di mezzi di sintesi


Questi aspetti necessitano di un’attenta pianificazione preoperatoria, basata sulla valutazione di esami radiologici come:

  • Risonanza Magnetica: necessaria per identificare la lesione del neo lca e lesioni associate
  • Tac: necessaria per valutare la posizione dei tunnel e la loro ampiezza, oltre alla presenza di cisti o eventuali difetti ossei che renderebbero più complessa la procedura
  • Radiografie in carico delle ginocchia e degli arti inferiori: indispensabili valutare l’allineamento degli arti inferiori e l’inclinazione posteriore del piatto tibiale (slope). Disordini dell’allineamento o un eccessivo slope tibiale  sono fattori di rischio per ulteriori recidive, che devono essere valutati ed eventualmente corretti


Una volta posta poi l’indicazione chirurgica è necessario nuovamente valutare il tipo di innesto da utilizzare. Nel caso di chirurgia di revisione di solito si prende in considerazione il prelievo da tendine rotuleo autologo (del paziente). In alcuni casi come ad esempio recidive plurime oppure ricostruzioni multi legamentose, si può ricorrere ad un innesto da banca del tessuto muscolo scheletrico.

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Riabilitazione per le Lesioni del Legamento Crociato Anteriore - LCA

All’intervento di ricostruzione segue poi un periodo di riabilitazione ben codificato che segue passi successivi e risulta inoltre influenzato dal tipo di intervento eseguito e da procedure associate.

Gli obiettivi riabilitativi prevedono generalmente il recupero articolare a cui segue successivamente il lavoro di rinforzo muscolare e di propriocezione.

In ogni fase è sempre importante proteggere il legamento ricostruito da stress eccessivi, adattando il lavoro alle fasa biologica in cui si trova il neo legamento.

Il ritorno all’attività sportiva con cambi di direzione avviene generalmente a 6 – 9 mesi dall’ intervento, in base alla risposta del paziente alla terapia riabilitativa.

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